MOTO CHE NON HAI MAI VISTO PRIMA: 1960 BIANCHI 400 CROSS RASPATERRA

1960 Bianchi 400 Croce.

Bianchi è una delle più importanti case motociclistiche italiane, ma oggi sono più conosciute per le loro biciclette. Dopo la seconda guerra mondiale, la produzione motociclistica riprende con la Bianchina 125, un semplice e versatile motore monocilindrico due tempi disegnato da Mario Baldi. Modelli famosi furono disegnati tra il 1948 e il 1954 da Ugo De Caria; a lui si devono il famoso Aquilotto e il Tonale 175 con distribuzione a catena monoalbero, successivamente sviluppati in formidabili versioni da competizione da Sandro Colombo.

Il motore Bianchi cross era un quattro tempi ad albero a camme in testa con cambio a cinque marce e doppia accensione. Le coperture laterali del basamento erano realizzate in lega di magnesio. Bianchi aveva corso nel 1955 e nel 1956 con la Stelvio 175 a due tempi e un piccolo numero di 175cc a quattro tempi. I risultati ottenuti dalla Bianchi 175 Stelvio convinsero la Bianchi a correre nella classe 250 nel 1957 con una versione speciale del Tonale 175, in seguito la cilindrata fu portata a 230 cc nella versione “tre pulsanti” che vinse il Campionato Italiano 1959 Motocross del 250.

Nel 1960 era arrivato alla Bianchi l'ingegner Lino Tonti. Tonti aveva lavorato in Benelli, Aermacchi e FB Mondial prima di approdare in Bianchi (lavorerà poi in Gilera e Moto Guzzi). Uno dei suoi primi progetti riguardava due nuove moto da cross, costruite nelle cilindrate di 250cc e 350cc e alimentate da due versioni di un nuovo motore a quattro tempi (con due alberi a camme in testa posti molto vicini tra loro). La lubrificazione era a carter umido ed erano dotati di doppia accensione. Sono stati impiegati un cambio a cinque marce e una trasmissione a ingranaggi primari. Le nuove bici erogavano la loro potenza in modo così aggressivo da essere soprannominate "Raspaterra" (Raschiaterra) perché in accelerazione scavavano solchi nel terreno.

Le stelle del motocross italiano Emilio Ostorero.

La versione di cilindrata maggiore fu presto portata a 400cc. Nel 1960 Bianchi vinse nuovamente il Campionato Italiano nella classe 250 e arrivò secondo nella classe 500. L'anno successivo la squadra Bianchi si avvale di un solo pilota, Emilio Ostorero, che corse in entrambe le cilindrate e si classificò secondo nella 250 e terzo nella 500 alla fine del campionato 1961.

La Bianchi Autobianchi da 479 cc, raffreddata ad aria, era una versione con licenza della Fiat 500.

Nel luglio del 1964 la situazione finanziaria del settore motociclistico della Bianchi sembrava desolante, ma la divisione biciclette e quella automobilistica dell'Autobianchi andavano bene (l'Autobianchi era originariamente equipaggiata con un motore Fiat da 479 cc raffreddato ad aria, ma nel 1960 fu offerta una versione da 499 cc e la potenza del motore fu aumentata a 17 cavalli).

Nel 1964 Bianchi decise di chiudere il reparto corse e di svendere tutte le motociclette, ciclomotori e ricambi per saldare i debitori. Nel 1967 la produzione di motociclette Bianchi cessò per sempre.

 

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